Il surf eco-sostenibile guarda alle alghe

La presentazione della tavola a San Diego

Dalla UCSD (Università della California a San Diego) arriva la prima tavola da surf a base di alghe, presentata a San Diego in occasione dello scorso Earth Day. Si tratta del risultato della ricerca congiunta di biologi e chimici, interessati i primi a produrre biocarburanti a partire dalle alghe, i secondi a realizzare un pannello in polistirene (o schiuma poliuretanica) utilizzando non il petrolio, come normalmente accade, ma l’olio delle alghe.

Grazie alla coordinazione del prof. Stephen Mayfield, direttore alla UCSD del Centro di Biotecnologia delle Alghe e surfista nel tempo libero, gli studiosi sono riusciti a determinare come trasformare l’olio ottenuto dalle alghe di laboratorio in diversi tipi di polioli; questi ultimi, combinati nella giusta proporzione con catalizzatori e silicati, si espandono fino a diventare una sostanza simile alla schiuma, che una volta irrigidita in polistirene può costituire la base per una tavola da surf. Sulla scorta di queste ricerche, è nata una collaborazione tra la UCSD e la Arctic Foam, la principale azienda californiana produttrice di polistirene per tavole da surf, che ha portato all’effettiva progettazione e costruzione di una tavola innovativa e sostenibile: in essa la schiuma prodotta secondo il metodo delineato dal team di Mayfield, la copertura realizzata con uno strato di fibra di vetro e il rivestimento con una resina rinnovabile. La totale assenza di petrolio nel processo di produzione, del resto, non deve stupire: come spiega il prof. Mayfield, infatti, il petrolio non è altro che olio di alghe fossilizzato e sepolto sottoterra tra 300 e 400 milioni di anni fa.

La tavola da surf a base di alghe

Una tavola da surf creata a partire dalle alghe si adatta perfettamente allo stile di vita dei surfisti e alla fondamentale connessione che si instaura con il mare; anzi, permette di superare la contraddizione per cui per poter solcare le onde è necessario un materiale petrolchimico. Quella che era una barriera tra uomo e acqua diventa ora un intermediario naturale, un ostacolo di trasforma in punto di contatto e fusione.

Questo prototipo non si distingue dalle comuni tavole da surf per quanto riguarda le caratteristiche tecniche (ad esempio flessibilità e torsione) e la qualità della performance, né differisce esteticamente; è invece nettamente superiore dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Inoltre, i costi di produzione (e di vendita) della schiuma naturale sono in linea con quelli del polistirene petrolchimico: si tratta quindi di una via realmente percorribile, verso una trasformazione dell’industria del surf in senso eco-friendly e sostenibile al 100%.

Fonti: ucsdnews.ucsd.edu; www.arcticfoam.us

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